La diavolessa, Venezia, Geremia, 1755

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Cortile in casa di don Poppone.
 
 La CONTESSA ed il CONTE
 
 il Conte
 Strepiti, precipizi? Adagio un poco.
 Vuol la mia convenienza
655che pria della partenza
 sappiasi la cagione
 del trattamento vil di don Poppone.
 la Contessa
 Eh, che siam conosciuti;
 un pazzo non offende
660e l’oro, si suol dir, macchia non prende.
 il Conte
 Ma l’affronto richiede...
 la Contessa
                                              Non è questo
 che vi trattien ma vi conosco in ciera.
 Evvi l’avventuriera.
 Dorina ho qui veduta
665e d’accordo con voi sarà venuta.
 il Conte
 Ma voi pensate mal...
 la Contessa
                                          Non parlo invano.
 Don Poppone il mezzano
 fa in casa sua così?
 Don Poppone è un villan...
 il Conte
                                                  Zitto, gli è qui.
 
 SCENA II
 
 Don POPPONE e detti
 
 don Poppone
670Che rumore è mai questo?
 la Contessa
                                                   In casa vostra
 non mi credeva mai
 veder quel che ho veduto.
 don Poppone
                                                 Avete visto?
 la Contessa
 Siete assai ben provisto,
 non vi mancherà certo argento ed oro.
 don Poppone
675Mi lusingo ancor io d’un bel tesoro.
 il Conte
 Non le state a badar. (A don Poppone)
 la Contessa
                                         E mio marito
 volete far a parte
 di sì bella fortuna?
 don Poppone
                                     In verità
 ho intenzione di far seco a metà.
 la Contessa
680Bravissimo davvero.
 Codesto è un bel mestiero;
 ma non vi riuscirà, lo giuro al cielo,
 ch’io scoprirò di queste trame il velo.
 don Poppone
 Non fate per pietà!
 la Contessa
                                      Col mio consorte
685perché voler dividere
 delle vostre fatiche il tristo frutto?
 don Poppone
 La metà non gli basta? E che? Vuol tutto?
 la Contessa
 Quel ch’ei voglia non so ma so ben io
 che non lo soffro al certo
690e che il disegno rio sarà scoperto.
 don Poppone
 Voi mi volete rovinar...
 la Contessa
                                             Tacete.
 don Poppone
 Ma per pietade...
 la Contessa
                                  Un perfido voi siete.
 
    Chi son io pensate prima,
 traditor della mia pace,
695ah da voi sì poca stima
 dell’onor dunque si fa?
 
    Che viltà! Che rio costume!
 Qualche nume, qualche stella
 l’alma fella punirà.
 
700   Sposo ingrato, amico indegno,
 siate certi che ’l mio sdegno
 sue vendette far saprà.
 
 SCENA III
 
 Il CONTE e don POPPONE
 
 don Poppone
 Che diavolo ha con me quella ragazza?
 Ditemi il ver; la poverina è pazza?
 il Conte
705Tutta la sua pazzia
 sta nella gelosia.
 don Poppone
                                 Di chi è gelosa?
 il Conte
 Di quella forastiera
 ch’è alloggiata da voi. Crede ch’io l’ami;
 crede che voi l’abbiate
710qui introdotta da me. Crede...
 don Poppone
                                                         Pian piano.
 Crede dunque...
 il Conte
                                 Che a me fate il mezzano.
 don Poppone
 Ora, ora capisco
 la sua bestialità.
 il Conte
 E crede che vogliam far a metà.
 don Poppone
715Io dicea del tesoro.
 il Conte
                                     Ed ella intese
 che voleste un tesor chiamar Dorina.
 don Poppone
 Io m’intesi il tesor della cantina.
 il Conte
 Eccoci qui; vi pare
 che consista nel ber tutto il decoro?
 don Poppone
720Non vi parlo del vin; parlo dell’oro.
 il Conte
 L’oro nella cantina?
 don Poppone
                                       Nol sapete?
 Qua venuti non siete
 per aiutarmi a far la scavazione?
 Falco m’ha detto pure
725che in ciò siete eccellenti
 e che, circa ai tesor, fate portenti.
 il Conte
 (Vo’ secondar per iscoprir il vero).
 Infatti il mio mestiero
 è di cavar tesori.
 don Poppone
                                 E per nascondervi
730fingete nobiltà.
 il Conte
                               Certo.
 don Poppone
                                             Va bene;
 ma assicurar conviene
 della vostra signora il dubbio strano,
 che si crede ch’io far voglia il mezzano.
 Perché per dirla schietta, padron mio,
735la grazia di madama la vogl’io.
 il Conte
 Siete di lei amante?
 don Poppone
 Ch’io l’ami non dirò con grande amore
 ma mi ha fatto l’onore
 di dirmi tante cose
740dolcissime amorose
 che quantunque da ciò fossi lontano
 di lei mi fece innamorar pian piano.
 il Conte
 Anch’io per dir il vero
 ho per lei della stima; evvi peraltro
745uno non so s’io dica
 di lei amante o sposo
 che m’inquieta non poco ed è geloso.
 don Poppone
 All’incontro con me quel galantuomo
 facilita a tal segno
750che dimostra per me tutto l’impegno.
 il Conte
 Non so che dire; invidio il vostro stato.
 Siete assai fortunato.
 don Poppone
                                         Altro non manca
 per rendermi contento
 che caviamo il tesor.
 il Conte
                                        Per me son qui.
755(Mi consiglia l’amor finger così).
 
    (Un tenero affetto
 mi serpe nel petto
 che in mezzo al desire
 languire mi fa). (Da sé)
 
760   Di me disponete,
 che prove averete
 di mia fedeltà. (A don Poppone)
 
    Già sento che amore
 fra speme e timore
765tormento mi dà. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Don POPPONE, poi FALCO
 
 don Poppone
 A me doppia fortuna
 in questo dì s’appressa.
 Avrò il ricco tesoro e la contessa.
 Falco
 E ben, sono venuti
770quei del tesoro?
 don Poppone
                                Sì, sono arrivati
 ed ambo in casa mia sono alloggiati.
 Falco
 Che ve ne par?
 don Poppone
                               Volevano
 negar la scienza loro.
 Falco
 Fanno per mantenerla con decoro.
 don Poppone
775Si voleano spacciare
 l’uno per cavalier, l’altro per dama.
 Falco
 Fan per accreditar la loro fama.
 don Poppone
 Ma io con buona grazia
 mostrai d’essere istrutto
780e l’uomo alfin m’ha confessato tutto.
 Falco
 Li avete regalati?
 don Poppone
                                   Non ancora;
 farlo destino allora
 ch’avrò veduto l’opra sua valente.
 Falco
 Signor mio caro, non farete niente.
785Quando abbiate di loro
 fede, concetto e stima,
 io vi consiglio regalarli in prima.
 don Poppone
 Perché?
 Falco
                  Perché in tal guisa
 vedendo che voi siete
790uom generoso e onesto
 faran le cose più polito e presto.
 don Poppone
 Cosa gli potrei dar?
 Falco
                                       Potreste dare
 un anel di diamanti alla signora
 e all’uom di genio avaro
795una borsa con dentro del denaro.
 don Poppone
 Un anello? Una borsa?
 L’anello eccolo qui.
 La borsa ora non l’ho.
 Falco
 Convien trovarla.
 don Poppone
                                   A ritrovarla andrò. (Parte)
 
 SCENA V
 
 FALCO, poi DORINA
 
 Dorina
800Eh ehm un passo in là. (Affettando gravità)
 Un po’ più di rispetto e civiltà.
 Falco
 Che vuol dire?
 Dorina
                              Vuol dir ch’io son chi sono.
 Falco
 Oh questa sì è bellissima.
 Dorina
 E mi viene un pochin dell’illustrissima.
 Falco
805Buono! Da quanto in qua
 questa gran nobiltà?
 Dorina
                                        Dall’ora istessa
 che mi facesti diventar contessa.
 Falco
 Io?
 Dorina
          Chi dunque ha piantato
 a don Poppone con astuzie pronte
810ch’io son contessa e che Giannino è conte?
 Falco
 E per tali vi crede?
 Dorina
                                      Avrebbe forse
 d’aver difficoltà?
 Vi par che nobiltà non abbia in volto?
 So favellare anch’io con labbro sciolto.
815So dire e comandare
 e volere e mandare
 e passeggiare altera
 e minacciar severa,
 difendere, proteggere,
820decidere, correggere
 e so come si fa
 e so anch’io sostener la gravità.
 Falco
 Adagio, adagio un poco.
 Dorina
 Si può saper com’è?
 Falco
                                        Qui v’è un imbroglio.
825Don Poppone senz’altro ha equivocato;
 vi crede il conte e la contessa Nastri.
 Dorina
 Egli mi creda nastro
 o fettuccia o cordella o stringa o spago,
 quest’accidente è vago; e fin che dura
830da dama voglio far la mia figura.
 Falco
 Ci perderete poi.
 Dorina
                                  Perché?
 Falco
                                                   So io
 che per consiglio mio
 regalarvi doveva;
 ora non lo farà
835per soggezione della nobiltà.
 Dorina
 Per un regalo poi,
 se avesse tal idea,
 gli rinunzio il damato e la contea.
 Falco
 Procurate d’averlo
840con la vostra prudenza e con bell’arte.
 Dorina
 A voi la vostra parte
 riserbata sarà.
 Falco
                              Da voi non voglio
 altro, Dorina amata,
 per parte mia che una benigna occhiata.
 
845   Se con quell’occhio moro
 voi mi guardate un po’,
 sarà per me un tesoro
 che più bramar non so.
 
    Se poi quel labbro dice:
850«Di te pietade avrò»,
 sarò, mio ben, felice,
 di gioia morirò.
 
    Ma non crediate già...
 Mi piace l’onestà.
855Son uom che si contenta
 di quel che aver si può. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 DORINA, poi GIANNINO
 
 Dorina
 Confessar poi conviene
 che Falco è un uom dabbene,
 che in lui non v’è malizia
860e che fa quel che fa per amicizia.
 Giannino
 E quando si conclude?
 E quando si va via?
 Io non posso più star, Dorina mia.
 Dorina
 Il signor don Poppone
865ha preparato, lo sepp’io testé,
 un regalo per voi, uno per me.
 Giannino
 Pigliam quel che si puole
 ch’io più impazzir non voglio;
 il tesor, la contea... quest’è un imbroglio.
 
 SCENA VII
 
 Don POPPONE e detti
 
 don Poppone
870Eccomi di ritorno,
 compatite di grazia
 se vi trattai finor con malagrazia.
 Dorina
 Per verità, signore,
 mi parve un poco strana
875la privazione della sua presenza.
 Giannino
 Ma se vuol tornar via gli diam licenza.
 don Poppone
 Garbato cavaliere in verità,
 amante qual son io di libertà.
 Dorina
 Che avete nelle mani?
 don Poppone
                                           Niente niente,
880una piccola borsa
 con un po’ di denaro.
 Giannino
                                         E per che fare?
 don Poppone
 Così per impiegare
 in un certo negozio.
 Dorina
                                       Affé scommetto
 che far volete un qualche regaletto.
 don Poppone
885Brava, brava contessa,
 l’avete indovinata.
 Dorina
 Esser dee regalata
 una femmina forse?
 Giannino
                                        E un uomo ancora?
 don Poppone
 L’anello a una signora
890di dare ho destinato
 e ad un uom questa borsa ho preparato.
 Dorina
 (Buono).
 Giannino
                    (Buono davvero).
 Dorina
                                                      E può sapersi
 chi sia colei che quest’anello avrà?
 Giannino
 Si può sapere a chi la borsa va?
 don Poppone
895Va la borsa e l’anello a due persone
 di bassa condizione.
 Dorina
                                        In verità
 quell’anello sarebbe il caso mio.
 Giannino
 Mi degnerei di quella borsa anch’io.
 don Poppone
 E so ben che scherzate.
900A un conte, a una contessa
 non mancano denari e pietre belle
 né si degnan di queste bagatelle.
 Dorina
 Se volete provar.
 Giannino
                                  Su via provate.
 don Poppone
 Che caro cavalier! So che scherzate.
 
 SCENA VIII
 
 Il CONTE, la CONTESSA e detti
 
 il Conte
905Signor, la sposa mia
 vuol senz’altro andar via.
 la Contessa
                                                Voglio partire,
 vel son per civiltà venuta a dire.
 don Poppone
 Fermatevi, signora,
 deh non partite ancora.
910Preparato ho per voi qualche cosetta.
 A voi l’anello (Alla contessa) e a voi questa borsetta. (Al conte)
 il Conte
 A me denaro? A me tal villania?
 Chi credete ch’io sia?
 Mi renderete conto,
915uomo incivil, del replicato affronto. (Parte)
 la Contessa
 Signor, mi maraviglio.
 Chiamomi offesa anch’io,
 un anello non si offre ad una par mio. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 Don POPPONE, DORINA, GIANNINO
 
 Dorina
 Chi son questi superbi?
 don Poppone
                                              Gente vile.
 Giannino
920Non san la civiltà.
 Dorina
 Ricusar i regali? Oh che viltà!
 Chi è nato ben gradisce.
 Giannino
 Se un amico offerisce
 si accetta la finezza.
 Dorina
925Un regalo così non si disprezza.
 don Poppone
 Sdegnarvi non vorrei;
 peraltro offerirei...
 Dorina
                                     No, non mi sdegno,
 accetterò dell’amicizia in pegno.
 don Poppone
 L’anello?... (A Dorina)
 Dorina
                        Obbligatissima. (Prende l’anello)
 don Poppone
930La borsa?... (A Giannino)
 Giannino
                         Obbligatissimo. (Prende la borsa)
 don Poppone
 Cavaliere umanissimo!
 Dama di cor gentile ed amorevole!
 Dorina
 Io son grata, signore.
 Giannino
                                         Io son degnevole.
 
    M’han lasciato in testamento
935gli avi miei del Cinquecento
 accettar per civiltà
 tutto quel che venirà.
 
    Venga poco, venga assai,
 ricusar non soglio mai;
940e vorrei, se fossi donna,
 di mio nonno e di mia nonna
 esequir la volontà. (Parte)
 
 SCENA X
 
 Don POPPONE e DORINA
 
 don Poppone
 Gli antenati del conte
 han fatto testamento
945rispettabile certo ai giorni nostri;
 così avessero fatto ancora i vostri.
 Dorina
 Ma vivere soggetta
 degg’io, seguendo delle nozze il rito,
 sotto le leggi anch’io di mio marito.
 don Poppone
950Dunque per obbedire
 agli antenati suoi
 tutto quel che vi dan prendete voi?
 Dorina
 Tutto non so. V’è un certo codicillo
 che permette talora il dir di no.
 don Poppone
955Per esempio se io
 vi donassi un tesor?
 Dorina
                                       L’accetterei.
 don Poppone
 E se v’offrissi il cor?
 Dorina
                                        Ci penserei.
 Dirò, come diceva
 in Venezia, sua patria, una ragazza:
960«Del vostro cuor cossa voleu che fazza?»
 E poi su tal proposito,
 con quella veneziana sua grazietta,
 gli cantava così la canzonetta.
 
    Sior omo generoso,
965el cuor vu me offerì?
 Cossa m’importa a mi
 de sto regalo?
 
    Co no gh’avé de meggio
 con mi per farve onor,
970tolé sto mio conseggio,
 no sté a parlar d’amor;
 tegnivelo, godevelo,
 salvevelo, pettevelo,
 sior generoso, el cuor.
 
975   «El cuor val un tesoro»
 lo so che me diré
 ma pochi ghe ne xe
 che sia sinceri.
 
    No sta inte le parole
980el merito maggior;
 ghe xe delle cariole
 che gh’ha un bell’esterior;
 tegnivelo, godevelo,
 salvevelo, pettevelo,
985che mi no credo al cuor.
 
    La xe una bella prova
 per dir che se vol ben,
 quando che zo se vien
 coi regaletti.
 
990   La xe una cossa equivoca
 sto dir: «Ve porto amor».
 Ma penetra le viscere
 dell’oro el bel splendor;
 tegnivelo, godevelo,
995salvevelo, pettevelo,
 che no ve vedo el cuor.
 
    No l’è certo interesse
 quello che parla in mi.
 Me fa pensar cusì
1000l’usanza sola.
 
    Se a vu no se ve crede,
 no no ve fé stupor,
 che se cognosce e vede
 dall’opere l’amor.
1005Tegnivelo, godevelo,
 salvevelo, pettevelo
 senza le prove el cuor. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Don POPPONE, poi GHIANDINA
 
 don Poppone
 La testa non so più dove ch’io l’abbia.
 Cento cose contrarie
1010ritrovo ogni momento
 e deluso restare alfin pavento.
 Questa mi diè speranza;
 ora cambia linguaggio... I due stranieri
 venuti per cavar meco il tesoro
1015ricusano gli anei, ricusan l’oro.
 E intanto il tempo perdo
 e l’amore s’avvanza... Ecco Ghiandina;
 e lei la poverina
 lasciata in abbandono?...
1020Oh davvero, davver, confuso io sono.
 Ghiandina
 Signor padron, mi dia
 la mia buona licenza; io vado via.
 don Poppone
 Come! Perché?
 Ghiandina
                               Perché s’è ritrovata
 un’altra innamorata
1025ed io, signor, non ve ne abbiate a male,
 io non voglio servire una rivale.
 don Poppone
 Chi v’ha detto?
 Ghiandina
                               So io quel che ragiono;
 sorda e cieca non sono.
 Infatti, lo confesso da me stessa,
1030devo ceder il loco alla contessa.
 don Poppone
 Ma... Non è ver...
 Ghiandina
                                  Eh, sì signor ch’è vero.
 Ho veduto, ho sentito;
 so dei teneri affetti;
 e so che le faceste i regaletti.
 don Poppone
1035(Come lo sa?)
 Ghiandina
                             Però mi maraviglio
 veder da voi cambiata
 una fanciulla in una maritata.
 don Poppone
 (Ha ragione costei).
 Ghiandina
                                       Già ve l’ho detto
 e ve lo torno a dire.
1040Datemi la licenza; io vo’ partire.
 don Poppone
 No, Ghiandina, restate.
 Se voi mi abbandonate, io morirò.
 Ghiandina
 Certo non resterò,
 se voi più non mi amate.
1045Se voi non licenziate
 una rivale che mi dà tormento.
 don Poppone
 Vado in questo momento
 a licenziarla, a far che vada via.
 Non vi vo’ disgustar, Ghiandina mia.
 
1050   Idol mio, non posso star,
 io mi sento intenerir
 quando penso a quel bel volto
 che m’ha colto in mezzo al cor.
 
    Luci belle, vaghe stelle,
1055bei rubini porporini,
 latte e rose, cento cose
 vorrei dire e non so dir.
 Idol mio... Oh che bellezza,
 io mi sento intenerir.
 
 SCENA XII
 
 GHIANDINA sola
 
 Ghiandina
1060Pur mi lusingo e spero
 ch’egli mi dica il vero.
 Un uomo innamorato
 qualche volta si scorda il primo amore;
 ma torna poi dove ha fissato il core.
 
1065   Donne belle che bramate
 sian fedeli i vostri amanti,
 se vi sembrano incostanti
 non li state a tormentar.
 
    Colle buone procurate
1070di ridurli al primo foco.
 Li vedrete a poco a poco
 nella rete ritornar.
 
 SCENA XIII
 
 Cantina oscura.
 
 FALCO con lume, poi don POPPONE, poi DORINA e GIANNINO travestiti da spiriti
 
 Falco
 Ritiratevi pur con questo lume
 là in quell’interno loco, (Parla verso la scena)
1075che don Poppone qui verrà fra poco.
 Per dir la verità
 non ci sto volontieri nemmen io;
 ma vuol l’impegno mio
 che s’approffitti un po’ dell’occasione,
1080della credulità di don Poppone.
 Là dentro v’è il bisogno
 d’abiti e d’altre cose necessarie.
 Eccolo con il lume
 e seco ha gli strumenti.
1085Or ora il pazzo vederà i portenti. (Don Poppone con lume in mano, una zappa e una vanga)
 don Poppone
 Siete qui?
 Falco
                      Sì, signor.
 don Poppone
                                           Ma dove sono
 i nostri operatori?
 Falco
 Zitto, son qua di fuori.
 Saranno in nostro aiuto.
1090Questo foglio m’han dato,
 in cui sta lo scongiuro registrato.
 don Poppone
 Eran meco sdegnati.
 Come si son placati?
 Falco
                                        In grazia mia;
 poi, cavato il tesoro, andranno via.
 don Poppone
1095Han per offesa avuto
 il regal della borsa e dell’anello.
 Falco
 Dell’anel, della borsa
 voi che n’avete fatto?
 don Poppone
 Li regalai sul fatto
1100al conte e alla contessa
 che trovaronsi là per accidente.
 Falco
 (Niuno m’ha detto niente.
 Ancor non so capire
 chi per conte e contessa intenda dire).
 don Poppone
1105E ben, che s’ha da fare?
 Ecco per iscavare
 portati ho gl’istrumenti.
 Falco
 Avete ori ed argenti?
 don Poppone
                                         E questi ancora
 portati ho meco.
 Falco
                                 Principiamo or ora.
1110Dite come dich’io.
 don Poppone
 Mi raccomando a voi.
 Falco
                                          L’impegno è mio.
 
    Spirti erranti.
 
 don Poppone
 
 Spirti erranti.
 
 Falco
 
 Del regno di Dite.
 
 don Poppone
 
1115Del regno di Dite.
 
 Falco
 
 Qua comparite... (Don Poppone non replica)
 Conviene seguir.
 
 don Poppone
 
    Un po’ di paura
 mi sento venir.
 
 Falco
 
1120Coraggio.
 
 don Poppone
 
                     Coraggio.
 
 a due
 
 Conviene soffrir.
 
 Falco
 
    Qua comparite.
 
 don Poppone
 
 Qua comparite...
 
 Falco
 
 Al mio cospetto.
 
 don Poppone
 
1125Al mio cospetto...
 
 Falco
 
 Con orrido aspetto.
 
 don Poppone
 
 Con orrido... Oimè!
 
 Falco
 
    Tremate?
 
 don Poppone
 
                        No no.
 
 Falco
 
 Coraggio.
 
 don Poppone
 
                     Coraggio. (Dentro la grotta si sente strepito di catene)
1130Timore non ho.
 
 Falco
 
    Sentite le catene,
 lo spirito sen viene.
 
 don Poppone
 
 Ti... ti... mor non ho. (Tremando)
 
 Falco
 
 Coraggio.
 
 don Poppone
 
                     Coraggio.
 
 a due
 
1135Timore non ho.
 
 Falco
 
    Il diavolo s’appressa.
 
 don Poppone
 
 Che non s’accosti qua.
 
 Falco
 
 E vi è la diavolessa.
 
 don Poppone
 
 Sì brutta non sarà. (Escono Dorina e Giannino travestiti)
 
 Falco
 
1140   Cava cava don Poppone.
 
 don Poppone
 
 Oh che brutto diavolone!
 
 Falco
 
 Cava cava la cantina.
 
 don Poppone
 
 Oh che bella diavolina!
 
 Falco
 
 Principiate a lavorar.
 
 don Poppone
 
1145Questo qui nol vo’ mirar.
 
 Falco
 
 Via cavate, seguitate
 la lezion che s’ha da far. (Don Poppone cava la terra)
 
 tutti
 
    Farfarello, (Mentre don Poppone batte la zappa) Gambastorta,
 porta porta il mio tesoro.
 
 Dorina, Giannino a due
 
1150Oro, oro.
 
 Falco
 
    Ai spirti dell’oro
 conviene offerir.
 
 don Poppone
 
 Dell’oro... Gnorsì...
 Piuttosto di qui. (Lo dà a Dorina)
 
 Falco
 
1155   Cavate, battete.
 
 Giannino
 
 Monete monete. (Battendo don Poppone)
 
 don Poppone
 
 Oh misero me!
 
 Dorina
 
 Porgetele a me.
 
 Falco
 
    Cavate il tesoro.
 
 Giannino
 
1160Dell’oro, dell’oro. (Battendolo come sopra)
 
 don Poppone
 
 Non più per pietà.
 
 Dorina
 
 Porgetelo qua.
 
 Falco
 
 Seguite a cavar.
 
 don Poppone
 
 Non posso durar.
 
 Giannino
 
1165Dell’oro per me. (Come sopra)
 
 don Poppone
 
 Se più non ce n’è.
 
 Falco, Giannino, Dorina a tre
 
    Se l’oro è finito,
 l’incanto compito
 per ora sarà.
 
 don Poppone
 
1170Ma dov’è il tesoro?
 
 Giannino, Dorina, Falco a tre
 
 Vedetelo qua. (Spengono il lume)
 
 don Poppone
 
    Oimei, oimei!
 Falco, ove sei?
 
 li tre
 
    Gambastorta, Farfarello,
1175via conduci il pazzarello.
 
 don Poppone
 
 Falco, Falco.
 
 li tre
 
 Via di qua lo strascinate.
 
 don Poppone
 
 Falco, Falco per pietà.
 
 li tre
 
    Se non dice evviva l’orco
1180bastonato come un porco
 don Poppone si vedrà.
 
 don Poppone
 
 Viva l’orco.
 
 tutti
 
    Viva l’orco e l’orca anch’essa;
 e la bella diavolessa
1185il tesor si goderà.
 
    Diavoli qua.
 Diavoli là.
 La diavolessa contenta sen va.
 
 Fine dell’atto secondo